Headlines
Loading...
Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti
[Text: Italiano, Français, English, Español, Português]
La Giornata Mondiale della pesca è stata istituita nel 1998 e si celebra ogni anno il 21 novembre per richiamare l'attenzione sulla pesca eccessiva, sulla distruzione dell'habitat marino e sulle altre gravi minacce alla sostenibilità delle nostre risorse ittiche. Nella Lettera Enciclica Laudato Sì sulla cura della casa comune, Papa Francesco ci ricorda quanto sia importante salvaguardare quello che è fonte di cibo per gran parte dell'umanità e di opportunità di lavoro per oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo: “Gli oceani non solo contengono la maggior parte dell’acqua del pianeta, ma anche la maggior parte della vasta varietà di esseri viventi, molti dei quali ancora a noi sconosciuti e minacciati da diverse cause. D’altra parte, la vita nei fiumi, nei laghi, nei mari e negli oceani, che nutre gran parte della popolazione mondiale, si vede colpita dal prelievo incontrollato delle risorse ittiche, che provoca diminuzioni drastiche di alcune specie. Ancora si continua a sviluppare modalità selettive di pesca che scartano gran parte delle specie raccolte. Sono particolarmente minacciati organismi marini che non teniamo in considerazione, come certe forme di plancton che costituiscono una componente molto importante nella catena alimentare marina, e dalle quali dipendono, in definitiva, specie che si utilizzano per l’alimentazione umana” (n. 40).
Noi continuiamo ad essere preoccupati e ad impegnarci per la salvaguardia dell'ecosistema marino, anche riconoscendo l'importanza del Codice di condotta per la pesca responsabile adottato venti anni fa dalla Conferenza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO). Una volta implementato, tale Codice di condotta favorirà uno sviluppo economico, sociale e ambientale migliore e più sostenibile nel settore della pesca.
Tuttavia, in questa Giornata particolare vorremmo concentrare la nostra attenzione sui pescatori e le loro famiglie che ogni giorno, con grandi sacrifici, lavorano per soddisfare l'appetito insaziabile del nostro mondo per il pescato.
Siamo tutti consapevoli che la pesca è una delle industrie più complesse e vaste al mondo e anche una delle professioni più difficili e pericolose.
Negli ultimi mesi, a causa di un serie di tragici eventi accaduti in particolare nel Sud-Est asiatico, diversi mezzi di comunicazione hanno denunciato i temi della tratta, del lavoro forzato, dello sfruttamento e degli abusi su pescatori, senza però che ciò suscitasse molta attenzione e interesse da parte delle persone in generale.
Il reclutamento illegale e il contrabbando/tratta di esseri umani allo scopo di impiegarli nel lavoro forzato a bordo di pescherecci, sono pratiche ancora diffusamente utilizzate per ingannare persone povere e senza istruzione provenienti da zone rurali dei Paesi in via di sviluppo.
Contratti falsi e illegali o semplici pezzi di carta senza alcun valore giuridico determinano le condizioni di lavoro e il ridicolo salario che queste persone ricevono per lunghe ore di lavoro, legittimando così la loro condizione di schiavi.
Infortuni sul lavoro, lesioni permanenti senza alcun risarcimento, morti improvvise o la sparizione in mare sono gli incubi in cui molti giovani e numerose famiglie si sono ritrovati nel tentativo di migliorare la loro miserabile vita con un lavoro a bordo di un nave da pesca.
Questa drammatica situazione in cui migliaia di pescatori sono intrappolati, è causata dalla logica del profitto che guida molte compagnie e aziende di pesca che mirano ad ottenere un più alto introito nella vendita dei prodotti ittici.
Conoscendo questa realtà, noi non possiamo rimanere indifferenti e, con le parole di Papa Francesco, vorremmo denunciare che lavorare come pescatori è spesso: “…una tragedia dello sfruttamento e delle condizioni inumane di vita. E questo non è lavoro degno! La vita di ogni comunità esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione, il cancro dello sfruttamento umano e lavorativo e il veleno dell’illegalità. Dentro di noi e insieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la verità e la giustizia” (Prato, Incontro con la cittadinanza e il mondo del lavoro, 10 novembre 2015).
Al fine di restituire dignità al lavoro della pesca, è necessario che tutte le diverse componenti sociali uniscano le proprie forze, ognuna secondo le proprie competenze specifiche.
•Chiediamo pertanto agli Stati di bandiera, alle Autorità Portuali, alla Guardia Costiera e alle autorità competenti per gli affari marittimi di rafforzare il controllo sull’attuazione di tutte le leggi e Convenzioni nazionali ed internazionali a tutela dei diritti umani e lavorativi dei pescatori.
•Chiediamo agli operatori del settore ittico di implementare un sistema di dovuta diligenza introducendo severe linee guida/procedure per eliminare lo sfruttamento umano e lavorativo nelle loro catene di approvvigionamento e distribuzione.
•Facciamo appello ai consumatori affinché siano vigilanti e più consapevoli non solo della qualità del pesce che acquistano, ma anche delle condizioni umane e lavorative dei pescatori.
•Invitiamo inoltre le ONG marittime a sensibilizzare gli Stati membri dell'ILO che hanno adottato la Convenzione sul lavoro nella pesca, 2007 (n. 188), a ratificarla al fine di garantire un ambiente di lavoro sicuro e un welfare migliore per i pescatori.
•Infine incoraggiamo i Cappellani e i volontari dell'Apostolato del Mare a continuare il loro ministero pastorale per i pescatori e le loro famiglie, offrendo sostegno materiale e spirituale soprattutto alle vittime del lavoro forzato e della tratta di esseri umani nel settore della pesca.
Maria Stella del Mare continui ad essere fonte di forza e protezione per tutti i pescatori e le loro famiglie
Antonio Maria Card. Vegliò
Presidente Joseph Kalathiparambil
Segretario
Francese
Message pour la Journée Mondiale de la Pêche
(21 novembre 2015)
La Journée Mondiale de la Pêche a été instituée en 1998 et elle est célébrée chaque année le 21 novembre afin d'attirer l'attention sur la pêche excessive, sur la destruction de l'habitat marin et sur les graves menaces à la durabilité de nos ressources en termes de poissons. Dans la Lettre Encyclique Laudato Sì sur la sauvegarde de la maison commune, le Pape François nous rappelle l'importance de protéger ce qui constitue une source d'alimentation pour une grande partie de l'humanité, et une opportunité de travail pour plus de 50 millions de personnes dans le monde entier : “Les océans non seulement constituent la majeure partie de l’eau de la planète, mais aussi la majeure partie de la grande variété des êtres vivants, dont beaucoup nous sont encore inconnus et sont menacés par diverses causes. D’autre part, la vie dans les fleuves, les lacs, les mers et les océans, qui alimente une grande partie de la population mondiale, se voit affectée par l’extraction désordonnée des ressources de pêche, provoquant des diminutions drastiques de certaines espèces. Des formes sélectives de pêche, qui gaspillent une grande partie des espèces capturées, continuent encore de se développer. Les organismes marins que nous ne prenons pas en considération sont spécialement menacés, comme certaines formes de plancton qui constituent une composante très importante dans la chaîne alimentaire marine, et dont dépendent, en définitive, les espèces servant à notre subsistance” (n° 40).
Nous continuons d'être en souci et de nous engager pour la protection de l'écosystème marin, aussi en reconnaissant l'importance du Code de conduite pour la pêche responsable qui a été adopté il y a vingt ans par la Conférence de l'Organisation des Nations Unies pour l'Alimentation et l'Agriculture (FAO). Lorsqu'il sera appliqué, ce Code de conduite favorisera un développement économique, social et environnemental meilleur et plus durable dans le secteur de la pêche.
Toutefois, nous voudrions, en cette Journée particulière, concentrer notre attention sur les pêcheurs et leurs familles qui, chaque jour et au prix de grands sacrifices, travaillent pour satisfaire l'appétit insatiable de notre monde pour les produits de la pêche.
Nous sommes tous conscients que la pêche est une des industries plus complexes et plus répandues dans le monde, et qu'elle est aussi une des professions les plus difficiles et dangereuses.
Au cours des derniers mois, à  cause d'une série d'évènements tragiques survenus en particulier dans le Sud-Est asiatique, plusieurs moyens de communication sociale ont porté à notre attention les thèmes de la traite, du travail forcé, de l'exploitation et des abus exercés sur les pêcheurs, sans éveiller aucune attention ou intérêt chez les personnes en général.
Le recrutement illégal et la contrebande/traite des êtres humains pour les employer dans les travaux forcés à bord des bateaux de pêche sont des pratiques encore largement utilisées pour tromper les personnes pauvres et sans instruction provenant de zones rurales des Pays en voie de développement.
Des contrats faux ou illégaux, ou encore de simples morceaux de papier sans aucune valeur juridique déterminent les conditions de travail et le misérable salaire que ces personnes reçoivent en compensation de longues heures de travail, en légitimant de la sorte leur condition d'esclave.
Des accidents sur leur lieu de travail, des lésions permanentes sans aucun dédommagement, des morts soudaines ou encore la disparition en mer, tels sont les cauchemars que se sont trouvées à devoir affronter nombre de jeunes et nombreuses familles lorsqu'elles ont tenté d'améliorer leur vie misérable en travaillant à bord d'un bateau de pêche.
Cette situation dramatique dans laquelle sont piégés des milliers de pêcheurs est la conséquence de la logique du profit à laquelle obéissent de nombreuses compagnies et sociétés de pêche dont le but est d'obtenir un bénéfice toujours supérieur en vendant les produits de la pêche.
Etant conscients de cette réalité, nous ne pouvons pas rester indifférents et, avec les mots du Pape François, nous voulons dénoncer le fait que travailler en tant que pêcheur constitue souvent : “…une tragédie de l'exploitation et des conditions inhumaines de vie. Et ce n'est pas un travail digne ! La vie de chaque communauté exige que soit combattu à fond le cancer de la corruption, le cancer de l'exploitation des hommes et du travail, et le venin de l'illégalité. Tout au fond de nous, et avec les autres, ne nous lassons jamais de lutter pour la vérité et pour la justice” (Prato, Rencontre avec le monde du travail, 10 novembre 2015).
Pour redonner sa dignité au travail de la pêche, il faut que tous les différents composants sociaux unissent leurs forces, chacun selon ses compétences spécifiques.
•Aussi, nous demandons aux Etats dont dépendent officiellement les bateaux, aux Autorités portuaires, à la Garde Côte et aux autorités compétentes en matière maritime de contrôler toujours plus l'application de toutes les lois et Conventions nationales et internationales protégeant les droits des hommes et du travail des pêcheurs.
•Nous demandons à tous ceux qui travaillent dans le secteur de la pêche d'instaurer, dans leur chaîne d'approvisionnement et de distribution, un système strict de contrôle en introduisant des lignes/procédures sévères afin d'éliminer l'exploitation des hommes et du travail.
•Nous en appelons aux consommateurs afin qu'ils soient vigilants et aient davantage conscience non seulement de la qualité des poissons qu'ils achètent, mais aussi des conditions des pêcheurs au plan de la qualité de vie et de travail.
•En outre, nous invitons les ONG de la mer à sensibiliser les Etats membres de l'ILO ayant adopté la Convention sur le travail dans la pêche, 2007 (n° 188), à la ratifier afin de garantir aux pêcheurs un cadre de travail sûr et un welfare meilleur.
•Enfin, nous encourageons les Aumôniers et les volontaires de l'Apostolat de la Mer à poursuivre leur ministère pastoral pour les pêcheurs et leurs familles, en leur offrant un soutien matériel et spirituel, en particulier aux victimes du travail forcé et de la traite des êtres humains dans le secteur de la pêche.
Que Marie, Stella Maris, soit toujours une source de force et de protection pour tous les pêcheurs et les familles.
Antonio Maria Card. Vegliò
Président
Joseph Kalathiparambil
Secrétaire
Inglese
World Fisheries Day Message
(21th November 2015)
World Fisheries Day was established in 1998 and is celebrated each year on November 21 to draw attention to overfishing, habitat destruction and other serious threats to the sustainability of our marine resources. Pope Francis in his Encyclical Letter Laudato Sì: on care for our common home, reminds us how important is to safeguard the source of food for a great part of humanity and of employment opportunities for over 50 million people worldwide: “Oceans not only contain the bulk of our planet’s water supply, but also most of the im¬mense variety of living creatures, many of them still unknown to us and threatened for various reasons. What is more, marine life in rivers, lakes, seas and oceans, which feeds a great part of the world’s population, is affected by uncontrolled fishing, leading to a drastic depletion of certain species. Selective forms of fishing which discard much of what they collect continue unabated. Particularly threatened are marine organisms which we tend to overlook, like some forms of plankton; they represent a significant element in the ocean food chain, and species used for our food ultimately depend on them (No. 40).”
We remain concerned and continue to work for the preservation of the marine ecosystem, even by recognizing the importance of the Code of Conduct for Responsible Fisheries adopted twenty years ago by the Food and Agriculture Organization (FAO) Conference. When implemented the Code of Conduct will lead to an improved and sustainable economic, social and environmental contribution of the fisheries sector.
However, in this special day we would like to focus our attention on the fishers and their families who every day with great sacrifices work to satisfy the unquenchable appetite for fish around the world.
We are all aware that fisheries is one of the most complex and vast industry and also one of the most difficult and dangerous profession in the world.
In recent months, because of the number of tragic happenings especially in South East Asia, the issues of trafficking, forced labor, exploitation and abuses of fishers have been reported in several mass media but sadly this did not attract much of attention and interest from the people in general.
The illegal recruitment and smuggling/trafficking of people with the intention of employing them for forced labor on board of fishing vessels are practices still widely used to trap poor and uneducated people from rural areas of developing countries.
Fake and illegal contracts or simple pieces of papers without any legal value stating the working conditions and the ludicrous salary that the fishers receive for working long hours, are legitimizing their slave condition.
Occupational accidents, permanent injuries without any compensation and sudden death or disappearance at sea are the nightmares in which many young people and families found themselves while trying to improve their miserable life with a work on board of a fishing vessel.  
This dramatic situation in which thousands of fishers are trapped, is caused by the logic of profit that drives many fishing companies owners and companies aiming at higher gain in the distribution of their seafood products.
Knowing this reality we cannot remain indifferent and using the words of Pope Francis, we would like to denounce that working in fishing is often: "… the tragedy of work exploitation and of living under inhumane conditions. It's not work that gives dignity. Every community must fight against the cancer of corruption, the cancer of human and work exploitation. Against the poison of that which is illegal.”  (Cathedral of Prato, 10th November 2015)
In order to restore the dignity in the work of fisheries, it is necessary that all the different social forces join hands, everyone fulfilling its specific responsibilities.
•We request the Flag States, Port Authorities, Coast Guard and the proper authorities in charge of maritime affairs to strengthen their control in the implementation of all the relevant national and international laws and Conventions to protect the human and labor rights of the fishers.
•We call on seafood companies to implement due diligence by applying strict guidelines/policies that will eliminate human and labor exploitation in their supply chains.
•We appeal to the consumers to be vigilant and more conscious not only of the quality of the seafood that they are buying but also of the human and labor conditions of the fishers.
•We invite the maritime NGO’s to lobbying the Member States of ILO that have adopted the Work in Fishing Convention, 2007 (No. 188) to ratify it in order to guarantee a safe working environment and better welfare provisions for the fishers.
•We encourage the Chaplains and volunteers of the Apostleship of the Sea to continue their pastoral ministry for fishers and their families offering material and spiritual support especially to the victims of forced labor and human trafficking in the fishing industry.
May Mary Stella Maris continue to be the source of strength and protection to all the fishers and their families.
Antonio Maria Card. Vegliò
President
Joseph Kalathiparambil
Secretary
Spagnolo
Mensaje para la Jornada Mundial de la Pesca
(21 de noviembre de 2015)
La Jornada Mundial de la Pesca se estableció en 1998 y cada año se celebra el 21 de noviembre para llamar la atención sobre la sobrepesca, la destrucción del hábitat marino y otras graves amenazas para la sostenibilidad de nuestros recursos marinos. En su Carta Encíclica Laudato Sì sobre el cuidado de la casa común, el Papa Francisco nos recuerda lo importante que es salvaguardar aquello que es fuente de alimento para gran parte de la humanidad y de oportunidades de empleo para más de 50 millones de personas en todo el mundo: “Los océanos no sólo contienen la mayor parte del agua del planeta, sino también la mayor parte de la vasta variedad de seres vivientes, muchos de ellos todavía desconocidos para nosotros y amenazados por diversas causas. Por otra parte, la vida en los ríos, lagos, mares y océanos, que alimenta a gran parte de la población mundial, se ve afectada por el descontrol en la extracción de los recursos pesqueros, que provoca disminuciones drásticas de algunas especies. Todavía siguen desarrollándose formas selectivas de pesca que desperdician gran parte de las especies recogidas. Están especialmente amenazados organismos marinos que no tenemos en cuenta, como ciertas formas de plancton que constituyen un componente muy importante en la cadena alimentaria marina, y de las cuales dependen, en definitiva, especies que utilizamos para alimentarnos (n° 40)”.
Nos sigue preocupando y seguimos trabajando para la preservación del ecosistema marino, aun reconociendo la importancia del Código de Conducta para la Pesca Responsable adoptado hace veinte años por la Conferencia de la Organización de las Naciones Unidas para la Alimentación y la Agricultura (FAO). Dicho Código de Conducta, una vez aplicado, hará posible una contribución económica, social y medioambiental mayor y más sostenible del sector pesquero.
Sin embargo, en esta Jornada tan especial queremos centrar nuestra atención en los pescadores y en sus familias, que cada día, con enormes sacrificios, trabajan para satisfacer el insaciable apetito de nuestro mundo por el pescado.
Todos somos conscientes de que la pesca es una de las industrias más complejas y más vastas del mundo, como también una de las profesiones más difíciles y más peligrosas.
En los últimos meses, debido a una serie de trágicos eventos registrados sobre todo en el sudeste asiático, diferentes medios de comunicación han informado sobre cuestiones como la trata, el trabajo forzoso, la explotación y los abusos cometidos contra los pescadores, pero lamentablemente esto no ha conseguido atraer la atención y el interés de las personas en general.
La contratación ilegal y el contrabando/la trata de seres humanos con el propósito de emplearlos en el trabajo forzado a bordo de buques pesqueros, son prácticas que todavía se siguen utilizando con mucha frecuencia para engañar a personas pobres y sin instrucción que provienen de las zonas rurales de los países en vías de desarrollo.
Contratos de trabajo falsos e ilegales o simples pedazos de papel, sin ningún valor jurídico, establecen las condiciones de trabajo y el ridículo salario que los pescadores percibirán a cambio de largas horas de trabajo, legitimando así su condición de esclavos.
Los accidentes laborales, las lesiones permanentes sin ningún tipo de compensación, la muerte súbita o la desaparición en el mar son las pesadillas a las que se enfrentan muchos jóvenes y muchas familias mientras intentan mejorar su miserable vida con un trabajo a bordo de un buque pesquero.
Esta dramática situación, en la que están atrapados miles de pescadores, obedece a la lógica del lucro que guía a muchos propietarios y empresas del sector pesquero, cuyo único objetivo es obtener mayores ganancias en la venta de sus productos pesqueros.
Conscientes de esta realidad, ante la que no podemos permanecer indiferentes y empleando las palabras del Papa Francisco, nos gustaría denunciar que el trabajo en el sector pesquero es a menudo: “(...) una tragedia de la explotación y de las condiciones inhumanas de vida. ¡Esto no es un trabajo digno! La vida de cada comunidad exige que se combatan hasta el final el cáncer de la corrupción, el cáncer de la explotación humana y el veneno de la ilegalidad dentro de nosotros y con los demás. Vamos, no se cansen de luchar por la verdad y la justicia” (Catedral de Prato, 10 de noviembre de 2015).
Con el fin de restaurar la dignidad en el trabajo pesquero, es necesario que todas las diferentes fuerzas sociales se unan, cada una asumiendo sus propias responsabilidades.
•Solicitamos a los Estados del pabellón, a las Autoridades Portuarias, a la Guardia Costera y a las autoridades competentes, que se ocupan de las cuestiones marítimas, que fortalezcan sus medidas de control sobre la aplicación de todas las leyes y Convenios nacionales e internacionales pertinentes, al fin de proteger los derechos humanos y laborales de los pescadores.
•Pedimos a las empresas del sector pesquero que implementen la debida diligencia mediante la aplicación de estrictas directrices/políticas que eliminen la explotación humana y laboral de sus cadenas de suministro.
•Hacemos un llamamiento a los consumidores para que vigilen y sean más conscientes, no solo con respecto a la calidad del pescado que están comprando, sino también con las condiciones humanas y laborales de los pescadores.
•Invitamos también a las ONGs marítimas a presionar a los Estados miembros de la OIT que han adoptado el Convenio sobre el trabajo en la pesca, 2007 (núm. 188), para que lo ratifiquen al fin de garantizar un ambiente de trabajo seguro y mejores prestaciones sociales para los pescadores.
•Animamos a los Capellanes y a los voluntarios del Apostolado del Mar a continuar su ministerio pastoral con los pescadores y sus familias, ofreciendo apoyo material y espiritual, sobre todo a las víctimas del trabajo forzoso y de la trata de seres humanos en la industria pesquera.
Que María Stella Maris siga siendo la fuente de fuerza y protección para todos los pescadores y sus familias.
Antonio Maria Card. Vegliò
Presidente
Joseph Kalathiparambil
Secretario
Portoghese
Mensagem para o Dia Mundial da Pesca
(21 novembro 2015)
O Dia Mundial da pesca foi instituído em 1998 e cada ano se celebra no 21 de novembro para chamar a atenção sobre a pesca excessiva, a destruição do habitat marinho e outras graves ameaças à sustentabilidade dos nossos recursos pesqueiros. Na Carta Encíclica Laudato Sì sobre o cuidado da casa comum, Papa Francisco nos lembra o quanto é importante salvaguardar o que é fonte de alimento para grande parte da humanidade e de oportunidades de emprego para mais de 50 milhões de pessoas em todo o mundo: “Os oceanos contêm não só a maior parte da água do planeta, mas também a maior parte da vasta variedade dos seres vivos, muitos deles ainda desconhecidos para nós e ameaçados por diversas causas. Além disso, a vida nos rios, lagos, mares e oceanos, que nutre grande parte da população mundial, é afectada pela extracção descontrolada dos recursos ictíicos, que provoca drásticas diminuições de algumas espécies. E, no entanto, continuam a desenvolver-se modalidades selectivas de pesca, que descartam grande parte das espécies apanhadas. Particularmente ameaçados estão organismos marinhos que não temos em consideração, como certas formas de plâncton que constituem um componente muito importante da cadeia alimentar marinha e de que dependem, em última instância, espécies que se utilizam para a alimentação humana” (n. 40).
Nós continuamos preocupados e a empenharmo-nos em salvaguardar o ecossistema marinho, reconhecendo também a importância do Código de Conduta da Pesca Responsável adotado há vinte anos pela Conferência da Organização das Nações Unidas para a Alimentação e a Agricultura (FAO). Uma vez aplicado, este Código de Conduta favorecerá um melhor desenvolvimento econômico, social e ambiental e, mais sustentável no setor pesqueiro.
Todavia, neste Dia especial queremos concentrar a nossa atenção nos pescadores e em suas famílias, que cada dia, com grandes sacrifícios, trabalham para satisfazer o apetite insaciável do nosso mundo para o pescado.
Todos estamos conscientes de que a pesca é uma das indústrias mais complexas e vastas do mundo, como também, uma das profissões mais difíceis e perigosas.
Nos últimos meses, devido a uma série de acontecimentos trágicos que ocorreram, particularmente no Sudeste Asiático, vários meios de comunicação informaram sobre questões como o tráfico, o trabalho forçado, a exploração e os abusos cometidos contra os pescadores, porém, lamentavelmente sem suscitar muita atenção e interesse por parte das pessoas em geral.
O Recrutamento ilegal e o contrabando / tráfico de seres humanos com o propósito de empregá-los em trabalho forçado a bordo dos navios pesqueiros, ainda são práticas amplamente utilizadas com frequência, para enganar as pessoas pobres e sem instrução provenientes das áreas rurais dos países em via de desenvolvimento.
Contratos de trabalho falsos e ilegais ou simples pedaços de papel, sem nenhum valor jurídico, determinam as condições de trabalho e de salários ridículos que os pescadores recebem por longas horas de trabalho, legitimando, assim, a sua condição de escravos.
Acidentes de trabalho, lesões permanentes sem nenhum tipo de compensação, morte súbita ou o desaparecimento no mar são os pesadelos com os quais muitos jovens e muitas famílias se depararam na tentativa de melhorar a sua miserável vida com um trabalho a bordo de um navio pesqueiro.
Esta dramática situação, em que milhares de pescadores são capturados, é causada pelo lucro que impulsiona muitos proprietários e empresas do setor pesqueiro, cujo objetivo é obter uma renda maior na venda de seus produtos pesqueiros.
Conhecendo esta realidade, não podemos ficar indiferentes e, usando as palavras de Papa Francisco, queremos denunciar que o trabalho no setor pesqueiro é frequentemente: “…uma tragédia da exploração e das condições desumanas de vida. E isto não é trabalho digno! A vida de cada comunidade requer que se combatam pela raiz o câncer da corrupção, da exploração humana e laboral e o veneno da ilegalidade. Dentro de nós e juntamente com os outros, nunca nos cansemos de lutar pela verdade e pela justiça (Prato, Encontro com os cidadãos e o mundo do trabalho, 10 de novembro de 2015).
A fim de restituir a dignidade no trabalho da pesca, é necessário que todas as diferentes forças sociais se unam, cada uma assumindo suas próprias competências específicas.
•Portanto, solicitamos aos Estados de bandeira, às Autoridades Portuárias, à Guarda Costeira e às autoridades competentes, que se ocupam das questões marítimas, que reforcem suas medidas de controle sobre a aplicação de todas as leis e Convenções nacionais e internacionais pertinentes, a fim de proteger os direitos humanos e laborais dos pescadores.
•Pedimos às empresas do setor pesqueiro que implementem um sistema de devida diligência mediante a aplicação de diretrizes rígidas / políticas, que eliminem a exploração humana e laboral de suas cadeias de abastecimento e distribuição.
•Apelamos aos consumidores para que sejam vigilantes e mais conscientes, não só no que diz respeito à qualidade do peixe que compram, mas também, das condições humanas e laborais dos pescadores.
•Convidamos também, as ONGs marítimas a sensibilizar os Estados membros da OIT que adotaram a Convenção sobre o trabalho na Pesca, 2007 (nº. 188), para ratificá-la, a fim de garantir um ambiente de trabalho seguro e melhores prestações sociais para os pescadores.
•Finalmente, encorajamos os capelães e os voluntários do Apostolado do Mar a continuar seu ministério pastoral com os pescadores e suas famílias, oferecendo apoio material e espiritual, especialmente às vítimas do trabalho forçado e do tráfico de seres humanos na indústria pesqueira.
Que Maria Estrela do Mar continue sendo a fonte de força e proteção para todos os pescadores e suas famílias
Antonio Maria Card. Vegliò
Presidente
Joseph Kalathiparambil
Secretário